Rockol30

Quando Lucio incontrò Phil Collins: “Dalla”, 45 anni dopo

Il terzo disco della trilogia capolavoro, quello che elevò il suo autore a icona
Quando Lucio incontrò Phil Collins: “Dalla”, 45 anni dopo

“Però, la vita, com’è bella. E com’è bello poterla cantare”. Nel cuore di “Meri Luis”, la sua canzone «più autentica», incipit del lato B di “Dalla”, sta tutta l’essenza di un artista che la vita l’ha cantata davvero. Soffrendo, amando, dissacrando. “Dalla” usciva esattamente 45 anni fa, nel torrido settembre del 1980. Album più venduto dell’anno in Italia. E, come allora, continua a regalare brividi a chi lo ascolta.

A Bologna la temperatura oscilla tra i 32 e i 34 gradi. La carriera di Lucio Dalla è al suo massimo splendore. “Dalla” chiude infatti l’ideale trilogia capolavoro aperta da “Come è profondo il mare” (1977) e l'omonimo “Lucio Dalla” (1979), in cui peraltro si inserisce persino il trionfale live con Francesco De Gregori, “Banana Republic” (1979). È il terzo disco curato interamente dal Commendator Domenico Sputo dopo la lunga collaborazione col poeta e paroliere Roberto Roversi – e l’autenticità si sente tutta. È una confessione, un diario dei pensieri al contempo intimo e universale che consegna otto storie di amore, di dolori, di paure e di speranze a un’Italia che, sul calare degli anni di piombo, vuole solo sognare.

Gli occhi attraverso cui Lucio sogna sono quelli dell’uomo di strada, che osserva il mondo dal marciapiede. Non c’è lirismo nel canzoniere dalliano, quantomeno non quello ricercato a ogni costo. «Scrivo quello che sente la gente. Parlo con il loro linguaggio. Non faccio liriche, non scrivo poesie. Quello che dicono le mie canzoni potrebbe dirlo anche mia zia». Solo frammenti di vita vera, dove una notte qualsiasi nei vicoli di Roma può diventare “la sera dei miracoli”; dove anche i giganti del blues internazionale come Sonny Boy Williamson II diventano “Sonni Boi”, zingari seduti su un muro a Ferrara, con la mappa delle stelle disegnata sulle braccia e gli occhi nel cielo puntati sul futuro.

La cifra stilistica dell’autore raggiunge qui la piena maturità ed è riconoscibile in ogni sua sfumatura: la fisicità dei personaggi con i loro corpi, a cui bastano pochi dettagli per prendere vita; il fascino per l’atmosfera notturna, l’unica dimensione in cui la realtà può diventare metafisica; l’erotismo; l’equilibrio meticcio tra lingua colta e volgare, nel senso più puro di vicinanza al volgo, alla gente comune, cui Lucio sente di appartenere, nonostante una sensibilità e un talento fuori scala.

È un album che ha tra i cento e i duecentomila pregi. Tra questi, il pregio di restituirci le frequenze straordinarie su cui tutta la musica – non solo in Italia – viaggiava all’unisono in quegli anni. Per dire: l’ultima traccia è figlia dell’incontro tra Dalla e Phil Collins davanti al Muro di Berlino, al Check Point Charlie, punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Lucio su una panchina, il batterista dei Genesis su quella accanto. Fumano entrambi, in silenzio. In mezz’ora nasce il testo di “Futura”, la storia di due amanti divisi dal Muro. Basterebbe questa scena, questo assurdo e casuale incrocio di destini tra due menti geniali per avere piena contezza del fascino di “Dalla”, un concentrato di umorismo, fantasia e malinconia sorretto da un accompagnamento musicale semplicemente sontuoso.

Da Ricky Portera alle chitarre fino a Ron al pianoforte e alla chitarra acustica, con una menzione speciale agli archi arrangiati da Gian Piero Reverberi, la formazione che dà vita all’opera maestra del 1980 si diverte a spaziare tra jazz, beat, soul, pop, funk, in una rincorsa continua a una voce che scappa, graffiante e incomparabile. Arrivati a questo punto, l’identità di Dalla è ormai così definita da essere diventata, suo malgrado, icona. Complice anche l’eterna copertina realizzata da Renzo Chiesa: gli occhiali tondi, la coppola di lanetta e lo sguardo di chi conosce un posto nel cuore dove tira sempre il vento.

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.